Il punto della situazione su “truffe e malware”

Sicurezza

Avrei potuto iniziare con il solito altisonante “allarme” o “alert” e bla bla. Tuttavia oggi invece, ritengo essere di maggior utilità, far riflettere su di un aspetto: quello che pervade molti nella mia posizione e non solo ovvero, il provare l’impressione il più delle volte di parlare al vento.

Perché penso questo?

Semplice, ogni giorno chi più e chi meno, riceviamo valanghe di immondizia nelle nostre mail-box e tra queste ogni tanto, alcune mail truffaldine. Organi d’informazione vicini alle aziende produttrici di software di sicurezza incluso le stesse, puntualmente lanciano avvisi di allerta per informare gli utenti delle possibili minacce che potrebbero se sottovalutate, creare non pochi fastidi ai malcapitati. Cito ad esempio casi più recenti di mail truffaldine come quella che vide tirata in ballo Banca Intesa (ovviamente estranea alla cosa), o quella recentissima sulla Banca di credito Cooperativo (anch’essa estranea chiaramente al fatto). Mail dunque, ad opera di gente avida e senza alcun scrupolo.

Questa la mail truffa, scritta in un italiano stentato:

“Siamo spiacenti di anonciare che negli ultimi giorni hackers hanno trasmesso
fraudolenti email chiedono le parole d’accesso dei nostri clienti. D’ora in poi
una nuova misura di sicurezza sara’ attivata. Tutti i clienti sono sospesi. Per
riattivare il vostro cliente dovete seguire il collegamento e fornirci nuove
informazioni di sicurezza per verifica soltanto”.

Lo scopo chiaramente, è quello di spingere l’utente a cliccare sul collegamento incluso (http://www.relaxbanking.it/new-bcc-s.asp?cf89357), che punta in realtà su di una pagina d’un server esterno.

Già questo, dovrebbe far drizzare le antenne al ricevente facendogli comprendere che la fonte, è tutto fuorché attendibile. Ma il discorso, non sta tanto sulla più o meno attendibilità d’una mail, ma sul fatto che: MAI e dico poi MAI, si devono inviare a terzi dati sensibili tipo “password”, numeri di “carte di credito” e così via. Nessuna azienda seria o istituto di credito, chiederà mai ad un proprio cliente, di trasmettere dati così sensibili o riservati in una qual si voglia forma.

Immagino comunque cosa alcuni di voi staranno ora pensando: a me, non capiterà mai, mica sono così ingenuo!!

Beh, vi garantisco che il web pullula di utenti che la pensano proprio così. Eppure le statistiche a livello mondiale, dimostrano che sempre troppi ci cascano.

Lo stesso discorso, possiamo farlo riguardo agli allegati malevoli. Quante volte si è scritto di non essere utenti dal facile click, di non aprire mai con troppa disinvoltura mail ed allegati inaspettati, anche quando provenienti da conoscenti o presunti tali. O almeno, di non farlo prima ancora d’essersi accertati della loro innocuità per quanto sia possibile. E malgrado ciò, un briciolo di diffidenza sarebbe saggio conservarla, perché nessun software è infallibile.

Anche se, andrebbe spezzata comunque una lancia a difesa dei più in presenza di malware, perché si deve ammettere che siamo ancora in un’era di sistemi troppo invasivi e che richiedono ancora troppo, l’intervento da parte degli utenti. In pratica, non sempre è cosa da neofita o meglio, quasi mai. Dunque, è si possibile fare non molto, ma tantissimo per migliorare la situazione ricordando però che la protezione totale è, e sarà sempre un utopia.

Ed anche adottando sistemi alternativi, meno vulnerabili senza dubbio per certi versi a virus, worm, ecc. perché ancora poco o quasi per nulla diffusi, va ricordato che un tale primato sarebbe senza ombra di dubbio destinato presto a scemare sotto un maggiore incremento. E non credo almeno mi auguro, che occorra dirvi il perché. Oppure.. mi sbaglio?

Quindi occhio e guardinghi, perché nessuno ha più a cuore la nostra sicurezza ed interesse se non noi stessi, essendone i diretti interessati.

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